30 ottobre 2008

Concerto (con certo...)

Iniziate a segnarvelo sul calendario:

Sabato 15 novembre ore 16.00 all'Auditorium G. Verdi, C.so Armellini 11, a Genova, verrà eseguito in prima assoluta lo spettacolo di musica-teatro

"Amorgos"
(note di viaggio per voci e suoni)
- da un'idea di Stefano Guarnieri -
Musica: Stefano Guarnieri - Testo: Paola Di Pasqua.


Appena avrò un attimo posterò qualche informazione in più. Per tutti o per nessuno.

29 ottobre 2008

Entusiasmo!

Piove che Dio la manda!
E anche se non la mandasse pioverebbe uguale, tanto piove...

21 ottobre 2008

Come si cambia (per non morire?)

Un tempo dicevo sempre "le cose vanno male, ma io ho fiducia nella gente!".
Ora non posso fare a meno di odiarla.
La gente è maleducata, menefreghista e va contro non solo le leggi con la L maiuscola, ma anche contro semplici regole con una facilità, con un'espressione di rimbambimento e di innocenza tali da farmi provare ciò che provano quegli strani assassini seriali che si fissano su di un piccolissimo particolare che gli fa scattare l'odio e la follia omicida. Ebbene si, lo ammetto, passerò io per il pazzo della situazione ma non posso fare a meno di fissare con sguardo pieno di rimprovero omicida chi non rispetta i sensi di salita e di discesa degli autobus, chi sputa per terra, chi non sia in grado di lasciarti il passo senza doverglielo gridare in otto lingue per poi costringerti, comunque, a prenderli a spallate, chi non rispetta gli altri come se fossero quel che sono, ovvero patrimonio dell'umanità unico più che raro.
Ce l'ha messa tutta, la gente, per farmelo dire...
Io odio la gente.
Ho fiducia nel singolo, perché a volte si trova.
Ad esempio: per trovare un mamma che sappia che su un autobus il passeggino si chiuda e il bimbo si tenga in braccio, devi incontrare una nigeriana. E poi dicono gli stranieri e i "negri"!
E non venitemi a dire: "se si vive in una giungla bisogna adeguarsi" perchè, se le bestie le educhi per tempo, vi assicuro che puoi convivere con loro senza paura che ti mordano. E non mi sto certo riferendo alla persona di cui sopra, ma ai nostri giovani e vecchi compatrioti! C'è l'eccezione, questo si. Ma ho deto bene: "eccezione".
Ormai eccezione è alzarsi per lasciare il posto a sedere a chi ne abbia più diritto di te.
Ultimo esempio e poi vi saluto: stamattina una giovane donna ha chiesto ad un anziano iperclaudicante con tanto di bastone: "vuole sedersi?". Ovviamente l'anziano ha risposto (stupido!) "no, no! Stia pure!".
E quella è stata seduta. Con la coscienza pulita con un coriandolo...
Beh, spero che chi abbia un minimo di buon senso non abbia bisogno che analizzi la cosa.
Io continuerò imperterrito a rispettare le regole ed a chiedere permesso fino allo sfinimento.
Però ho le spalle larghe.
Buona camicia a tutti!

17 ottobre 2008

Cammurrìa


Cammurrìa avìa na figlia
la vulìa maritàri
in mancanza di la doti
cammurrìa un autra vote!

16 ottobre 2008

Quando ci voleva, per fare il mestiere...

...anche un po' di vocazione.
Oggi. Ore 07.42. Luogo: Stazione fs Genova Via Di Francia.
Scendo dal treno e mi avvio verso il mio studio. L'altoparlante della stazione lavora incurante di tutti questi passi ed annuncia (testuali parole): "Treno diretto delle ore zero e diretto alle ore zero arriva e parte attenzione! è vietato oltrepassare la linea gialla!".
Beh, c'è da dire che un tempo, quando a parlare erano persone vere e non si capiva mai un tonno benemerito -credo che la prova principale delll'esamino per essere presi fosse capacità di biascicare le parole e di parlare come quando si sogna di affogare- certe gioie alla mattina presto date da frasi sconnesse ce le potevamo sognare!




14 ottobre 2008

Maledetto MATRIX!!!

Per un simpatico disguido di questo porco mondo virtuale, il lunghissimo post di oggi è sparito nell'etere. Sarei già a casa dal mio amore da almeno mezzora.
Odio i pc. Odio internet. Fotte proprio un cazzo che siano utili. Andatevene a cagare! Io ho cliccato PUBBLICA POST. Sono stato dirottato da tutt'altra parte e del post di oggi nessuna traccia. Chissà che non riappaia magicamente a caso. E' impossibile. Ma anche se fosse non ritiro il mio forte, roboante, disperato VAFFANCULO!

10 ottobre 2008

...solo passaggi e passaggi...


Parola
stonò
Sguardo
si distrasse
Suono
non entrò
Mano
non colse
e
Mente
non comprese.
Passaggi
di
tempo...

09 ottobre 2008

Nuvole

"Vanno... Vengono... Ritornano..."
I bambini vedono in loro figure, in semplici forme scorgono personaggi e mondi incantati.
Sanno andare oltre, loro.
Sanno anche cogliere al volo le nuvole scure che velano gli sguardi delle persone, sanno osservare, loro.
E sanno come trasformarsi in Eolo e con un soffio delicato e deciso sono capaci di cacciarle via, lontano, e di far tornare il sole che illumina quegli sguardi tristi e soli.
Per questo, e solo per questo, vorrei tornare bambino; per essere capace di vedere quelle nuvole ancora prima che inizino ad oscurare troppo la luce dei tuoi occhi e che rumoreggino in cupi e lontani tuoni malinconci.
E saper soffiare.
Saper soffiare via ognuna di queste nuvole, anche la più insignificante ombra di vapore.
Per te, da oggi, riprendo i miei occhi di bambino.
"Vanno...
Vengono...
Ritornano...
e ci lasciano in bocca
una voglia di pioggia..."


07 ottobre 2008

Noli (ovvero: le disavventure di Sarachan)

"Quest'estate per il tuo compleanno pensavo di regalarti qualche giorno di vacanza a Noli serviti e riveriti, così ci facciamo un po' di mare e ci riposiamo!"
Grande idea! Grazie. Siamo partiti il ?? di luglio tutti felici (io di più, perché non avevo pagato niente...).
Arriviamo a Noli! Che posticino incantevole! Un borgo medievale rimasto quasi intatto (beh, si, quasi, qualche palazzo un po' più recente e qualche macchina posteggiata ci sono. E poi c'è l'asfalto sulla strada e il lungomare non credo sia lo stesso sul quale passeggiarono cinquecento anni orsono messere Ubaldo e madama Doressa...).
L'alberghetto è comodissimo e bello. La camera non è male e la cucina... mmmhh!! Che mangiate sfiziose di pesce e altro ben di Dio! Una vacanzina coi fiocchi! Un gran bel regalo di compleanno! Grazie amore...

Primo giorno in spiaggia

Sarachan: "Oh, che disdetta, ci sono i sassi... Speravo ci fosse la sabbia... Beh, poco male! Guarda che mare stupendo! E poi guarda: è pieno di gabbiani!!!".
Sarachan adora i gabbiani. In
Norvegia fece un servizio fotografico a due o tre gabbiani, che volavano vicino al traghetto, che conta quei tre-quattromila scatti...
Ma torniamo a Noli: eccoci lì, spaparanzati al sole a goderci il primo giorno di meritato riposo, quando un grido turba per un secondo la pace: Sarachan è stata beccata al polpaccio da un gabbiano il quale, dopo l'AHIA! della povera vittima, si allontana indifferente con un'espressione da "iononhofattonulla" zampettando via lentamente e di sbieco...

Proseguimento della vacanza. Eventi raccontati alla rinfusa con finale al posto giusto, però.

In mare ci sono le meduse. Sarachan si rovina così gli ultimi bagni dato che, e come biasimarla, ha il terrore di quelle gradevoli non-bestiole con quel simpatico vizio compagnone di essere terribilmente urticanti! (Ok, se ci sono è segno che il mare sia pulito. Ma a volte preferirei farmi una nuotata a Cornigliano, così stai tranquillo che di meduse non ne trovi. Esci verde e con un terzo occhio sotto un'ascella, ma questa è un'altra faccenda...).

A Noli c'è un castello. E' raggiungibile (dice il cartello all'inizio della camminata) tramite due strade:
  • Una strada moderna, comoda, asfaltata e veloce.
  • Una bella passeggiata in mezzo alla natura (leggi: un sentierino largo 35 cm e lungo 8 km che ha il buon gusto, di tanto in tanto, di sparire inghiottito da rovi, cespugli di piante marziane e semoventi. Almeno non c'è di rumenta*, questo è vero).
Ovviamente optiamo per la passeggiatina nella natura... Alla fine della cavalcata durata il triplo del tempo che avremmo creduto noi (poveri illusi) scopro tre cose:
  1. La mia dolce metà non ha più un paio di gambe ma due collezioni di tagli, graffi e punturine di insetti che non esistono altrove.
  2. La mia dolce metà è una Giovane Marmotta provetta (e chi se l'aspettava? Bello, mi piace!)
  3. Non esiste nessun'altra strada (cazzo han scritto giù!?) e ci toccherà ritornare sui nostri passi.
La sera proviamo a seguire, dal punto di partenza, l'altra possibile via. Questa via porta ad un cimitero.
Poi porta anche al castello in poco più di cinque minuti, ma dal lato esterno, che non si collega con quello interno dove eravamo giunti qualche ora prima, e devi scavalcare un posteggio per auto con tanto di sbarra e cancello... Mettere i cartelli con indicazioni turistiche a Noli credo che sia il secondo lavoro dello zio di Frodo, che fa quando è ubriaco e ha molta, ma molta voglia di scherzare!

L'ultimo giorno in spiaggia Sarachan si ferisce ad un piede; un taglietto piccolino, in realtà, ma provocato da una punta di ferro arrugginita lunga trenta centimetri. Medichiamo il piedino e tutto torna alla normalità.

Sarachan trova un centesimo fra le onde che si allungano stanche sulla spiaggia. Beh, lo consideriamo un indennizzo da parte della natura di Noli per averci inflitto cotante pene.

Torniamo all'albergo per saldare il conto e tornarcene a casa. Tutto come da programma. Eccezion fatta per le tre bottiglie d'acqua che ci siamo presi le varie sere e che ci hanno salvato da morte certa per disidratazione dovuta dal caldo bestia che c'era la notte. Tenetevi forte: 21 euro. Ebbene si! Una bottiglia d'acqua naturale, da un litro, costa sette euro. Sticazzi (...e passatemi l'esclamazione. Grazie.).
Dopo questa il centesimo ricevuto da Madre Natura Di Noli è diventato ancora più piccolino ed ossidato.

In realtà sono stati quattro giorni magnifici, il posto ci è piaciuto veramente tanto e ci siamo riposati e divertiti un sacco, anzi, saremmo rimasti volentieri ancora un po', magari comprandoci l'acqua al DìPerDì, ecco, ma per il resto ci siamo trovati benissimo. Solo che il massacro ai danni della mia dolce metà (anche quello economico delle bottiglie, oh!, il regalo era l'albergo tutto compreso...) è stato così metodico nella sua quotidianità e nella sua bizzarria da meritarsi il posto da protagonista nel post dedicato ad un parte delle nostre vacanze estive.

*rumenta: immondizia - spazzatura.

    02 ottobre 2008

    Quel libro pasticciato...

    S. era un bambino che sapeva stare bene da solo.
    Certo gli piaceva la compagnia degli altri bambini e non aveva grossi problemi a rapportarsi con gli altri, ma la sua indole riflessiva e la sua capacità di vedere il mondo con colori diversi, gli permettevano di passare ore in casa, da solo con la sua mamma, senza annoiarsi mai. Sapeva divertirsi, sapeva giocare e sognare come il personaggio di una magica fiaba senza tempo.
    Ma quando vedeva che la sua mamma tirava fuori il libro grosso e giallo dal quinto cassetto della credenza, le sue magiche giornate prendevano una piega ben diversa dal solito... L'andamento dei minuti assumeva un moto ondulatorio totalmente in balia dei profumi, dei colori, dei gusti. E della punta della sua penna preferita...
    Il libro giallo della sua mamma era bellissimo! Non aveva una copertina, era come un enorme mattone di fogli, tenuti assieme per uno strano miracolo della natura, pieni di segnetti neri che solo la sua mamma sapeva decifrare e che per lui erano incomprensibili formule magiche. E, intorno a quelle formule magiche, vi erano infiniti spazi giallini di carta non scritta, su cui poter lasciare il proprio contributo. Levava il cappuccio alla sua penna preferita ed iniziava a creare strade infinite d'inchiostro blu che costeggiavano quelle misteriose parole che aiutavano la sua mamma a fare quelle magie...
    Arrivava il momento dei grossi sacchi con dentro quelle sostanze bianche. Sapeva che una era buona, l'altra no. Una dolcissima, l'altra sapeva quasi di polvere, impastava la lingua; e non sapeva ancora distinguere quale dei due sacchi contenesse l'ingrediente buono.
    Ma sapeva osservare.
    Aveva capito che l'ingrediente buono, quello dolcissimo, veniva usato dalla mamma dopo l'altro.
    Aspettava attento come un felino e, appena la sua mamma metteva il contenuto del secondo ingrediente su quello strano aggeggio di ferro che dondolava un po', finche non veniva sistemata la giusta quantità degli ingredienti sopra il suo piatto su cui ci si poteva specchiare, S. allungava una mano e ne rubava un pizzico, portandolo alla bocca ed assaporandone lentamente, per un tempo infinito che solo i bambini sanno creare, il suo sapore meravigliosamente dolce. Poi tornava a costeggiare le formule magiche del libro sulle strade che ancora dovevano essere create dalla sua penna, senza però distrarsi troppo dai gesti della sua mamma.
    La osservava mentre, con una forza incredibile per lui, giocava con tutte quelle polveri, nelle quali infilava altre strane pozioni magiche, e che trasformava, poco alla volta, un gesto magico dopo l'altro, in un'unica nuova cosa, tutta gialla, quasi come il magico libro, e i profumi iniziavano piano piano ad avere la parte da protagonista nel susseguirsi degli attimi infiniti. Fremeva nell'attesa di sentire la voce della sua mamma che gli chiedesse: "S., vuoi aiutarmi?". Lui aspettava... aspettava... E, immancabilmente, la sua mamma strappava un po' di quella gigantesca cosa gialla e morbida, gliela porgeva e gli chiedeva: "S., vuoi aiutarmi?".
    S. non aspettava altro! Impugnava quella roba gialla e, diligentemente, con un atteggiamente di religioso rispetto e profonda attenzione in ciò che faceva, iniziava a creare tante lunghe striscioline sottili sotili, come gli aveva insegnato la sua magica mamma che, nel frattempo, stendeva con formidabili e precisi pugni il resto dell'impasto in un piatto strano, rotondissimo ed enorme!
    Le sue striscioline erano tutte pronte. Poteva tornare a creare strade che sapessero guidare la realtà nel mondo incantato che esisteva nel Grande Libro Giallo. La mamma ricopriva tutto l'impasto con della marmellata che S. non mancava mai di rubare, furtivo come un topolino, sporcandosi la punta di un dito e gustandola di nascosto. Poi era il turno delle sue meravigliose striscioline lunghe lunghe: la mamma le sollevava con una cura incredibile e le adagiava sulla marmellata, per non farla scappare! Si, perché, di lì a poco, sarebbe finita dritta dritta in forno. E a nessuno piacerebbe finire nel forno! Nemmeno alla marmellata!
    Ancora oggi, da dietro la sua folta barba, S. apre il quinto cassetto della credenza, nella cucina della sua mamma, prende il Grande Libro Giallo e ripercorre quelle strade antiche e magiche che lo riportano in quel mondo dai colori diversi, più splendenti, più stupefacenti.
    Magici.
    E si lascia andare ad un piccolo peccato di gola gustandosi, in un ritrovato susseguirsi di infiniti attimi, una fetta della magica crostata della sua mamma.