27 settembre 2006

Banalità (...oggi mi sento pronto per un nuovo, importante passo: sarò conciso!)


La capacità di sapersi rapportare con il prossimo senza farlo sentire diverso, parte dalla consapevolezza della diversità che è propria dell'essere umano.
"Siamo Tutti Uguali" è il muro che separa etnie, generazioni, pensieri...










(foto by Jackie-Jet)

26 settembre 2006

Denti

Non ricordo come iniziò, ma so che fu un'esperienza unica. Ne porto ancora i segni. Non fisici, ma dentro di me qualcosa è rimasto irrimediabilmente irreparabile.
Era un lunedì; tante cose hanno inizio il lunedì, le diete, per esempio o più semplicemente la settimana, ma quel lunedì finì tutto.
Fu il giovedì precedente, che iniziò quest'avventura fuori da ogni regola del mondo reale così come della fantasia. Ero sveglio da poco, ma ogni mossa che spettasse al destino era irreale ed ogni mossa che spettasse alla quotidianità era irregolare. Un'avventura del genere sarà quasi impossibile cancellarla dalla mia memoria e da chi, in quei giorni, incontrai dentro la storia passo dopo passo, fino a lunedì.
Fino a quel lunedì.
E' incredibile la semplicità con cui le cose, anche le più forti, le più bizzarre, le più esagerate, tendano a seguire un ordine naturale che le porti comunque, prima o dopo, a finire. Tutto quello che mi accompagnò in quei quattro giorni, finì quel lunedì mattina.
E io che detestavo quest'ultima accoppiata... Cambiare idea è proprio della natura umana, quando l'esperienza decide di segnarti o di insegnarti.
O quando nevica.

21 settembre 2006

Cunìcoli


Scivolò fuori dalla finestra come un serpente albino, senza un rumore, senza lasciare traccia del suo passaggio. Forse nanche nel suo cuore e nei suoi ricordi.
Al suo risveglio la memoria non avrebbe scosso i suoi sensi, facendo ridestare le sensazioni di quella giornata che, una volta trascorsa, si era tuffata nella passionale Sera svenendo, sfinita, fra le braccia della Notte. Non ci sarebbe stato nulla che ricordasse di aver vissuto, quel giorno.
Scivolò fuori dalla finestra come un serpente albino cadendo, lieve e senza tonfi, sul terreno soffice. A guardare ora, da quella finestra, si sarebbe vista solo l'Oscurità inghiottire famelica ed ingorda tutto ciò che il giorno, con la sua abbagliante luce, si vanta di regalare alla vista.
Davanti a sé l'infinito, il tempo pareva dilatarsi e restringersi a suo piacimento, come se il domani fosse già passato, come se il domani fosse infinito, come se non ci fosse un Domani. Né un Adesso. Appagata ogni sua bramosia, strisciò via da quella casa come un'anaconda sazia, senza guardarsi indietro, muovendo ogni suo passo, sul terreno morbido, come se tutto fosse ovattato ed inquietante. Ma era felice, si sentiva forte, sentiva la solitudine, la stanchezza, si sentiva triste...
Quella notte non sarebbe mai finita.
Scivolò ancora, fra le grate, le siepi, il buio. Di colpo finì tutto e si ritrovò su una spiaggia. Si avvicinò al mare, si sedette a guardarlo.
E sospirò.

16 settembre 2006

Vita


Anche quando permette al suo inseparabile compagno Destino di impugnare il bastone e colpirci, lasciandoci storditi in modo irreparabile (a volte apparentemente, a volte irrimediabilmente), restare al suo fianco abbracciandola con passione, con coraggio e serenità finché ci è dato di farlo, è l'unica via da percorrere per evitare di sentirsi schiacciare come un insetto noioso, sentendosi inutili, vuoti.
Soli.
Sapere che esistano pianti inconsolabili, che siano inevitabili o capricci della mente, mi spezza il cuore.
Sapere che chi potrebbe stare molto meglio di me stia male perché non sa abbracciare, mi spezza il cuore.
Sapere che esistano persone che, leggendo queste parole, potrebbero non essere d'accordo con me, mi spezza il cuore.
E non perché pretenda di essere necessariamente capito, assecondato, accetato, ma perché rischiano di non mangiare fino in fondo al banchetto di nonna vita.
Ed è un gran bel banchetto.
Ho salutato spesso chi passasse di qua, per caso o per volontà, augurando buona vita a tutti. Stanotte non potrei salutarvi diversamente:
Buona Vita a Tutti, nonostante il bastone...

(foto by Elsa)

12 settembre 2006

7 Agosto 1983


"A che piano?" "Quinto". E quinto fu.
Grazie a Dio quassù non c'è il buio da cuore di tenebra che avvolge gli altri piani quando, il pomeriggio, la luce delle scale non vuole saperne di accendersi; grazie a Dio, già, perché è pomeriggio e devo aprire la porta e un filo di luce, giuro, è compagno gradito in certe delicate operazioni, soprattutto quando le quattro borse della spesa non sono state riempite in perfetto stile "tetris", non tanto per incapacità, quanto per impossibilità, di conseguenza appoggiarle sul pavimento del ballatoio, per aprire comodamente la porta di casa, diventa un'azione non poco rischiosa. E oggi ho pure comperato le uova. Chiavi in mano (da subito, sono un massaio previdente, io!), un giro, due giri. Tre. Spingo la porta delicatamente e sollevo ventitrechilogrammi di spesa per accendere la luce ed evitare che, una volta chiusa la porta di casa, sia il buio da cuore di tenebra che è in casa, ad avvolgermi. Non proprio ora che il più è fatto. E poi ho le uova da portare in salvo e curve, spigoli, mobili, muri e qualche folletto dispettoso, quando stanno al riparo dalla luce, sono una squadra imbattibile. E oggi mi sento felice, stanco ma felice, e non posso permettere ad una squadra di dispettosi di rovinarmi questo sorrisetto sornione.
Uova in salvo. Tutto in salvo.
Decido per una doccia per lavare via la fatica, a questo punto più mentale che fisica, e gli effetti devastanti della maccaja e delle delicate operazioni che ho appena portato a termine con successo. "Papà è ora di merendare!" "Lo so, guarda nella credenza, ho comprato i... Ma chi sei?" Un bimbetto simpatico e riccioluto mi guarda con un'espressione a metà fra il divertito e il perplesso. "Ma sono io!". Ride. Io no. Ma chi è quello? Oh, la porta, non ho chiuso la porta. Prendo il pargolo, divertito e riccioluto, per mano e vado a... Chiusa. "L'hai chiusa tu?" "No, papà, tu! Prima, coi piedi! E poi hai portato le borse in cucina!"
Apro la porta.
Nessuno.
Non c'è nessuno! Una mamma che chiami il figlio, una nonna che chiami il nipote... Voci di bimbi che ridacchiano per il loro stupido scherzo direi ben riuscito. Niente.
E nessuno.

"A che piano?"
"Quinto".
Un brivido lungo la schiena, una strana e inquietante sensazione di déjà-vu, le porte dell'ascensore si aprono.
E quinto fu.

11 settembre 2006

Ah, già... oggi è l'undicisettembre!

Un breve "blogtour" mi ha fatto ricordare che... Ed eccomi a sputar sentenze con fastidiosa supponenza. Ho letto battibecchi su "è più importante l'11 settembre 1973/ è più importante l'11 settembre 2001" e blablabla... Destra bùùùù! Sinistra bùùùù! Le solite, sterili querelle che non portano da nessuna parte, come un sacco di altre stupide azioni dell'uomo, tipo la guerra, ma giusto per fare un esempio... Certo è che sostenere che l'America sia li più grande esempio di democrazia al mondo, mi pare un po' azzardato, ma non voglio entrare in polemica con chi l'ha scritto da qualche parte in qualche blog o con chiunque lo pensi, lungi da me... Ecco le mie inutili pensate al riguardo:
La dittatura è un male, che si nasconda dietro bandiere nere o rosse. A volte si è costretti a scavare fino a farsi sanguinare le dita per risalire ai diversi ideali che hanno portato a tante vittime, tanti errori, tanti orrori. Ma questo, l'ideale di partenza più o meno sano, non è una scusante né per la dritta né per la manca. E attaccare le idee degli altri, insultare i punti di vista e quant'altro senza farsi prima i conti in tasca non porta a niant'altro che ad un fastidioso "gnègnègnè" da asilo ben poco produttivo (stile certipoliticiitaliani; cito loro per quel discorso di farsi i conti in tasca...) e si continua, così, a fare il gioco dei potenti ovvero: tanto noi siamo qui a decidere e a mangiare bene, mentre quelli là fuori, chi più chi meno, si tirano le pietre uno con l'altro...
Campi di concentramento, gulag, prigioni cubane, prigioni americane. La storia va ricordata per essere resa un po' meno pericolosamente ciclica, insomma fare il saluto romano o il pugno a caso ed avere il ritratto di Hitler o di Mussolini o di Stalin appeso alle pareti non è un gesto granché intelligente, perché è spinto da una base di ignoranza nei confronti delle mille sfumature (più o meno sfumature...) della storia, la quale dovrebbe essere tramandata da chi l'ha vissuta; questa sarebbe l'eredità più bella da lasciare...
Mio nonno "Steva" mi ha fatto capire gli orrori dei campi di concentramento, ma anche gli errori dei gulag e, di conseguenza, mi ritrovo a guardare ogni guerra, ogni atto terroristico (eccetera)con una visuale che parte dal cervello filtrando il più possibile le vibrazioni emotive che portano a dire banalità o a dire addirittura che certi morti siano più o meno importanti di altri.

Sarà che sono spinto da una "carità cristiana" innata che magari poco mi si addice, ma parto sempre dal presupposto che chiunque mi si pari davanti è, in primo luogo, un semplice uomo. Che sia il Papa o il bambino africano senza gambe, un pankabbestia, un ladro, un finanziere, un politico, un contadino, un uomo o una donna...
Ma forse sono solo un povero mentecatto presuntuoso e vi ho inutilmente tediato con deliri e banalità. Scusatemi.
Ora mi eclisso e torno a sognare, il mio blog è poco terreno e poco serio, non posso tradirlo così...
Comunque sia buona vita a tutti.
Per l'ennesima volta.
MaEstroBuitre.

Città



...uno spuntino solitario, il silenzio rotto mille volte ad ogni respiro; la vastità del cielo notturno appesantita e ingabbiata dai palazzi.
Sto subendo un'inaspettata sensazione di vuoto nonostante sia circondato dal tutto che riempie il nulla appena abbandonato, fino a farlo traboccare...
Confido nella forza alienante della quotidianità, so che mi guarirà presto.
Mi abbandono al tedio cittadino,
e mi spurgo un po' l'anima.

08 settembre 2006

Pausa da un quarto e mezzo...


Perfattamante uguale a chi non sogna; solo così sei una luce ideata dal male.
Vola venendo da dove si suda.
muore


Nel frattempo mi faccio un'ultima toccata e fuga (e chi meglio di me può dirlo?..) nel paradiso di cui sotto (o di qui sotto, che va bene uguale).
Vi lascio ad osservare perplessi lo schermo cercando di capire le parole in corsivo. Fatene quello che volete. Ditemi quello che pensate.
A lunedì...
Buon "uicchènd".

05 settembre 2006

Rustigazzo


Ogni giorno si trascina lento e stanco verso il suo personale tramonto dalle irripetibili sfumature. A volte la pioggia appesantisce le ore regalandomi una piacevole ed illusoria sensazione d'infinito.



Il silenzio che mi circonda è così delicato e magico che sembra mi abbracci fisicamente; e il cielo, la notte, qui è realmente infinito, e ne subisci la grandiosità sentendoti piccolo ma allo stesso tempo parte della sua misteriosa immensità.
E capisci, con infantile stupore, di essere vivo.