07 dicembre 2009

Quadrifogli Abbandonati





Restava col naso puntato verso il cielo e gli occhi chiusi senza che il mondo attorno sfiorasse la sua anima.

Pareva, guardando il suo corpo, che stesse in piedi sulla più alta pietra della più alta vetta del mondo, come uno stambecco meravigliosamente regale, circondato solo da bianca neve ed azzurro cielo.

Una favola.

La favola di tutti noi. Portava il peso delle nostre speranze abbandonate, teneva al riparo i sogni non più sognati, eppure era nel pieno della sua infanzia, una tale cosa s'immaginerebbe possibile a fatica da un bicentenario saggio dalla lunga barba bianca.

Invece tutto stava lì, sulla punta di quel piccolo naso dal quale ancora poche volte l'aria era passata avanti e indietro al mondo.

Restava col naso puntato verso il cielo e gli occhi chiusi, con un alone di mistico mistero, forse cucito dai nostri occhi troppo stanchi per vedere le fate ed avvolto intorno alla sua immagine da migliaia di quadrifogli abbandonati nei prati della nostra perduta infanzia.

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