17 marzo 2006

Con l'aereo potresti muoverti indietro quanto basta per non trovare più nessuno...

La luce esterna illuminava il tuo viso, quella interna sfumava i suoi colori, facendolo confondere fra i volti di una triste pausa pranzo. C'era un particolare, in te, che non mi tornava... che fossero gli occhi ( il destro brillava, il sinistro era spento per quel gioco d'illuminazioni artificiali e naturali ), la situazione o ciò che la circondava, pensai: "lo capirò in ritardo, se ho sfortuna"...
Le parole, quelle importanti, restavano dentro lasciando il posto a frasi leggere che si dimenticano ancora prima di essere sentite. Il non sapere quello che il Destino stesse già scrivendo, qualche pagina dopo, sporcava quell'insieme di attimi con la paura di aver finito per sempre la mia ( nostra ) partita.
Se solo avessi saputo ciò che so ora ( il futuro, visto da quel momento ) non ricorderei nulla di tutto questo.
Invece ricordo, perché ho continuato a leggere quella storia. Perché abbiamo continuato a leggere quella storia.
Il Destino ha fatto la sua parte e le migliaia di pagine bianche che ha voluto lasciarci non mi spaventano. Ho un sacco di tempo.
E d'inchiostro...

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