14 febbraio 2007

La Polacca

E poi c'era lei. La Polacca.

Due occhi.

Un sorriso.

Tutto qui. L'importanza di continuare a respirare per poterla vedere, la voglia di sorridere nonostante il freddo fuori e dentro, la forza di andare avanti che passava inosservata, perché trasformata in una serie di gesti e pensieri spontanei e liberi dal peso di qualsiasi grande recinto.

Tutto qui: nei suoi occhi e nel suo sorriso.

Non capivo mai cosa mi dicesse, colpa della lingua, lei non sapeva l'italiano, io il polacco lo imparai molto tempo dopo e, comunque, troppo tardi.

Ma lei era lì. Il suo sguardo. La sua bocca. E poi le mani, la pelle. Il corpo.

Un corpo.

Per fortuna a noi italiani era permesso di vedere le polacche senza rischiare che i nostri denti saltassero disordinatamente fuori dalla bocca. Dopo averla conosciuta, per lei avrei sfidato la morte (avrei perso di sicuro). Ma non lo avrei mai fatto prima.

E lei mi aiutò a sopravvivere. Mi aiutò ad amare.

Mi aiutò a perdonare.

Un corpo.

L'ultima immagine che ho di lei è un corpo quasi anonimo, nudo.

Morto.

Sarei rimasto lì con lei per diventare io stesso anonimo, ma la forza che il nostro amore fu in grado di impormi mi costrinse a scappare.

Due giorni di fuga ed un tatuaggio perenne sul cuore.


(Questo racconto l'ho già postato giorni fa sul blog Caffè Letterario. Lo ripropongo anche qui, perché mi piace. Ed è dedicato a mio nonno Steva. Ciao Nonno!)



9 commenti:

  1. che dire?
    solo che lo trovo "vero".

    troppogenuina.

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  2. Mi è piaciuto molto. Il suo stile sta diventando sempre pià tendente al minimalismo con l'uso di frasi nominali...
    Penso che quel tatuaggio sul cuore sia qualcosa di indelebile... come tutti i tatuaggi...
    bellissimo post freddo e lirico allo stesso tempo...

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  3. Ho visto il post e mi sono detta ora leggo e poi faccio un commento scemo perchè è venuto a postare proprio oggi.

    Poi ho letto il post e non lo commenterò, parla da solo e ogni parola che ho scritto qui è già di troppo.
    :)

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  4. Ci sono persone che non dimenticano ma soprattutto imparano dalla memoria delle cose accadute, anche ad altri.
    Tu sei così.
    E per questo ho grande stima di te.

    Una ex alunna di canto che non si fa sentire da un pò ma che è ancora viva.

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  5. Hai fatto bene a riproporre questo racconto! Si tratta, secondo me, di un'evocazione semplice e suggestiva.
    Un amore senza parole, ma ricco in profondità.

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  6. ecco le parole d'amore che capisco...

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  7. Hai fatto bene a riproporlo.
    E io l'ho riletto con piacere.

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  8. bellissimo...

    canedaguardia.blogspot.com

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