06 novembre 2009

Shanghai

Dopo dodicipiùcinque ore di volo la destinazione: aeroporto di Shanghai.
Mi è sempre piaciuto arrivare nelle città in giro per il mondo e prendere il taxi o la corriera che mi avrebbero portato alla vera destinazione (case, alberghi, ostelli, panchine...). E' un momento di una brevità colma di frenesia, di colori, suoni, rumori che paiono però appesi al cielo e sospesi in una dimensione parallela alla mia. Che è statica, morbida, ovattata.
L'uscita dell'areoporto di Shanghai mi ha ricordato molto quella di Atene, forse ché "tutto il mondo è paese!", oppure sono veramente simili.
Il tassista non parla una parola di inglese. Anzi, una si: "Look!" che userà ripetutamente quando indicherà il nostro albergo dall'altra parte della strada, prima di superarlo, di non riuscire più a fare inversione e di abbandonarci a duecento metri dall'albergo, sotto la pioggia, con quattro valigie, in una città dove attraversare la strada è impossibile.
E per impossibile intendo dire impossibile.
E noi avremmo dovuto farlo.
Un piccolo miracolo in segno di benvenuto da parte di Buddha: un gruppo di cinesi doveva attraversare la strada.
Metodo cinese di attraversamento: un ragazzo prende una ragazza per le spalle e la scaraventa in mezzo alla strada. Le macchine inchiodano e noi possiamo attraversare la strada e rifugiarci nel nostro albergo.
Prima meta raggiunta, come in un videogioco di quelli tosti, che si vedono saltare teste ed arti come se fosse poesia.

6 commenti:

  1. Bello bello.

    Grazie mille per il commento :-D

    CIAO!!!

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  2. Ti auguro una felice permanenza se ti trovi là...e comunque occhio alle specialità culinarie locali, potrebbero farti assaggiare calabroni in padella..
    :)

    Un saluto.
    Monsieurlace

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  3. Ciao Monsieurlace! Ti ringrazio, ma ormai sono tornato a calpestare il suolo nostrano...
    Anche se come diceva Corrado: "...e non finisce qui!" ;)

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  4. Il bistrot chiama con un inedito, caro maestro.
    Nel frattempo mi congratulo per i tuoi viaggi, ti invidio quasi.

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  5. mi hai fatto tornare indietro nel tempo. Che risate!

    c'è sempre un vittima sacrificale, per attraversare le strade del mondo. A volte è la nostra sicurezza occidentale.

    buona giornata, Maestro.

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